collezioni: stampe

LE STAMPEa Palazzo

Le Stampe

Splendida e nutritissima è la collezione delle stampe. Qui sono conservati circa tremila esemplari di importanti maestri, tra cui Mantegna, Sadeler, Dürer, Marcantonio Raimondi, Agostino ed Annibale Carracci, Guido Reni, Antoine Van Dyck, Rembrandt, Callot, Salvator Rosa, Giandomenico Tiepolo.
Notevole pure la collezione di stampe geografiche.

Mantova P. Schenk   Mantua
Pianta prospettica di Mantova
Editore George Braun
Colonia, 1575
Sta in: Civitates orbis terrarum in aes incisae et excussae, et descriptione topographica morali et politica, illustratae, Coloniae Agrippinae, 1572-1617, tav. 50 del secondo volume
Incisione in rame
Mm 357x492
Inv. 4492 1

 

Questa pianta prospettica segna una tappa fondamentale nell'evoluzione della cartografia mantovana a stampa. Abbandonate le rappresentazioni fantastiche e di notevole ingenuità esecutiva del secolo precedente, sostituite le matrici in legno con quelle in rame che permettono risultati più completi, la rappresentazione urbana, pur mancando di elementi principali quali il castello, è riconducibile all'impianto essenziale della città con i ponti che attraversano i laghi, il Rio, l'isola del Te, i borghi fortificati di Porto e S. Giorgio. Vengono resi proporzionalmente i rapporti altimetrici e volumetrici tra gli edifici e le superfici viabili; lo spazio destinato all'assetto urbano è a sua volta in relazione a quello lacustre. In tal modo viene subito evidenziata la posizione naturale della città, in medio paludium, che la rende eccezionalmente protetta e difesa. La rappresentazione degli alzati è dettata da una ricerca di effetti chiaroscuriali e moduli scenografici che rispondono ad una motivazione di carattere estetico, così come la linea montuosa sullo sfondo, ma tale rappresentazione risponde anche ad un criterio di gerarchizzazione di funzioni: in primo piano si impongono all'attenzione dello spettatore le strutture del potere laico (il complesso della Corte) ed ecclesiastico (S. Pietro e S. Andrea). Per questo motivo la città viene ripresa da nord nord-est, inaugurando un'impostazione che persisterà in moltissimi esemplari filiati da questo prototipo, la cui fortuna continuerà fino al XVIII secolo. Opera di impegno eccezionale, fu voluta e pubblicata da Georg Braun a continuazione del Theatrum orbis terrarum di Abraham Ortels, edito ad Anversa nel 1570. Braun, che si era formato una solida mentalità scientifica ed una vasta cultura, grazie anche ai numerosi viaggi intrapresi, si avvalse della collaborazione di due calcografi di Colonia, Franz Hogenberg, al quale è attribuita l'incisione di Mantova e Simon Neuvelt (o Novellanus). Il successo dell'opera superò ogni previsione; all'edizione latina in sei volumi, corredata di 362 tavole e con privilegio di Massimiliano 11, ne seguirono altre in tedesco, in francese ed olandese.

Daniela Ferrari

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