LE STAMPEa Palazzo
Le Stampe
Splendida e nutritissima è la collezione delle stampe. Qui sono conservati circa tremila esemplari di importanti maestri, tra cui Mantegna, Sadeler, Dürer, Marcantonio Raimondi, Agostino ed Annibale Carracci, Guido Reni, Antoine Van Dyck, Rembrandt, Callot, Salvator Rosa, Giandomenico Tiepolo.
Notevole pure la collezione di stampe geografiche.
Mantua Pianta prospettica di Mantova Editore George Braun Colonia, 1575 Sta in: Civitates orbis terrarum in aes incisae et excussae, et descriptione topographica morali et politica, illustratae, Coloniae Agrippinae, 1572-1617, tav. 50 del secondo volume Incisione in rame Mm 357x492 Inv. 4492 1 |
Questa pianta prospettica segna una tappa fondamentale nell'evoluzione della cartografia mantovana a stampa. Abbandonate le rappresentazioni fantastiche e di notevole ingenuità esecutiva del secolo precedente, sostituite le matrici in legno con quelle in rame che permettono risultati più completi, la rappresentazione urbana, pur mancando di elementi principali quali il castello, è riconducibile all'impianto essenziale della città con i ponti che attraversano i laghi, il Rio, l'isola del Te, i borghi fortificati di Porto e S. Giorgio. Vengono resi proporzionalmente i rapporti altimetrici e volumetrici tra gli edifici e le superfici viabili; lo spazio destinato all'assetto urbano è a sua volta in relazione a quello lacustre. In tal modo viene subito evidenziata la posizione naturale della città , in medio paludium, che la rende eccezionalmente protetta e difesa. La rappresentazione degli alzati è dettata da una ricerca di effetti chiaroscuriali e moduli scenografici che rispondono ad una motivazione di carattere estetico, così come la linea montuosa sullo sfondo, ma tale rappresentazione risponde anche ad un criterio di gerarchizzazione di funzioni: in primo piano si impongono all'attenzione dello spettatore le strutture del potere laico (il complesso della Corte) ed ecclesiastico (S. Pietro e S. Andrea). Per questo motivo la città viene ripresa da nord nord-est, inaugurando un'impostazione che persisterà in moltissimi esemplari filiati da questo prototipo, la cui fortuna continuerà fino al XVIII secolo. Opera di impegno eccezionale, fu voluta e pubblicata da Georg Braun a continuazione del Theatrum orbis terrarum di Abraham Ortels, edito ad Anversa nel 1570. Braun, che si era formato una solida mentalità scientifica ed una vasta cultura, grazie anche ai numerosi viaggi intrapresi, si avvalse della collaborazione di due calcografi di Colonia, Franz Hogenberg, al quale è attribuita l'incisione di Mantova e Simon Neuvelt (o Novellanus). Il successo dell'opera superò ogni previsione; all'edizione latina in sei volumi, corredata di 362 tavole e con privilegio di Massimiliano 11, ne seguirono altre in tedesco, in francese ed olandese.
Daniela Ferrari
Mantova Pianta prospettica di Mantova Editore Matthaüs Merian Francoforte, 1638 Sta in: a) Neuwe Archontologia cosmica, … b) Martin Zeiller: Itinerarium Italiae Nov-antiquae, ... Incisione in rame Mm 245x345 Inv. 4492 3 |
La carta mantiene sostanzialmente l'impostazione della seconda pianta del Bertazzolo di cui riporta anche elementi decorativi come lo stemma gonzaghesco circondato dal collare dell'Ordine del Redentore. Compaiono ancora i simboli dell'assedio che continua ad essere rappresentato a vari anni di distanza, anche in carte destinate ad edizioni turistiche, geografiche, di viaggio etc. La nitidezza e la precisione dell'inciso e la leggibilità dei dettagli conferiscono alla stampa un'ottima resa grafica; il disegno, inciso in modo deliziosamente fine, supera il convenzionalismo didascalico variamente proposto da Valeggio, Scoto, Bertelli e giustifica la lunga fortuna dell'esemplare che produsse molte filiazioni per oltre un secolo. Mattháus Merian (1593-1650) fu incisore e editore; collaborò all'attività editoriale di Bry ed Oppenheim a Basilea e nel 1625 si trasferì a Francoforte dove divenne titolare di una ditta alla quale diede notevole incremento. La sua attività fu continuata dagli eredi.
Daniela Ferrari
Mantoue Pianta prospettica di Mantova Incisore Pierre Aveline 1702 Incisione in rame Mm 215x310 Inv. 4492 14 |
È un'incisione nitida e ricca di dettagli, ispirata alle carte nordiche della fine del Cinquecento, non priva di elementi stereotipati come il profilo montuoso sullo sfondo e la vegetazione in primo piano che si inseriscono nel gusto del secolo incipiente. Lungo il lato inferiore, annotazioni e didascalie fanno riferimento all'ubicazione della città , alla sua posizione fortificata naturalmente e ne danno notizie storiche. La carta è firmata in basso a destra: Fait par Aveline avec privilege du roy. Pierre Aveline, detto Le Vieux, visse a Parigi tra il 1654 e il 1722, incise vedute di Parigi e di altre città francesi, ma fu soprattutto incisore ed editore di carte topografiche; i suoi lavori erano protetti dal privilegio reale che gli veniva concesso di decennio in decennio.
Daniela Ferrari
Mantua vermaerde Stadt in Italien de Residenzie van den Vorst Pianta prospettica di Mantova Editore Peter Schenk Amsterdam, 1702 Sta in: Petri Schenkii Hecatompolis sive Totius orbis Terrarum Oppida Nobiliora Centum; exquisite collecta atque eleganter depicla... Incisione in rame Mm 210x255 Inv. 4492 35 |
Questa carta, dal tratto nitido e sicuro, riconosce come fonte la produzione vedutistica francese coeva (Aveline, Chereau le Jeune, Carel Allard) che a sua volta si rifà al prototipo tedesco del 1575; essa risulta tuttavia personalizzata da un'efficace ed accurata resa grafica, attribuibile alla mano esperta di un incisore dell'officina di Peter Schenk. In basso l'intitolazione è riportata in lingua olandese e latina e si legge il nome dell'editore: P(eter) Schenk exc(udit) Amst(elodami) cum Privil(egio). L'esemplare ha prodotto numerose filiazioni per tutto il Settecento ed oltre, per cui puó essere a sua volta considerato un prototipo. Peter Schenk (Elberfeld 1645 - 1715), fu un noto incisore e editore olandese, allievo di Gerard Valck ad Amsterdam, ne sposò la figlia e insieme a lui comprò molte lastre della ditta Blaeu nel 1683. Produsse vari atlanti e raccolte di piante e vedute di città , per le quali incise molte nuove carte: ai primi del Settecento fu nominato incisore di corte da Augusto di Sassonia, produsse infatti molti ritratti di personaggi famosi; molte incisioni uscite dalla sua stamperia, che nel frattempo si era notevolmente allargata ed ospitava i migliori incisori del tempo, portano la sua firma soltanto come editore. Alla sua morte l'attività fu continuata dal figlio Peter, detto il Giovane.
Daniela Ferrari
La ville de Mantoue Pianta prospettica di Mantova Editore Pierre Mortier Amsterdam, 1704 Sta in: Nouveau Theatre / D'Italie,… Tav. XXIII. Incisione in rame Mm 415x590 Inv. 4492 29 |
Questa bellissima carta deriva direttamente da quella del Bertazzolo del 1628, alla quale rimane fedele nell'impostazione. Incisa da mano esperta, raffigura il tessuto urbano in modo nitido, preciso, dettagliato, senza però rilevarne i mutamenti avvenuti nel corso di quasi un secolo; in alto a destra, sotto il titolo, riporta un elenco distribuito su quattro colonne dei Luoghi notabili della città di Mantova, secondo la suddivisione già adottata dal Bertazzolo. In basso a destra una ghirlanda contiene la dedica al re di Prussia, Federico I, terzo come elettore di Brandeburgo. L'opera che contiene questa pianta fu tradotta in olandese e nel 1724 fu stampata un'edizione latina a l'Aja. Essa é una derivazione dei celebri atlanti della ditta Blaeu. La famiglia Blaeu (Bleaw) diede origine alla più importante casa olandese di carte geografiche che si distinguevano per la tecnica e per l'accuratezza della stampa; capostipite fu Willem (1571 - 1638) coadiuvato dai figli Comelis (morto nel 1648) e Johan (1596 - 1673). Questi, nell'ambito di un ambizioso progetto editoriale, preparò una grande serie di carte sciolte che dovevano formare un'opera riguardante l'Italia distinta in cinque parti; alla sua morte ne erano pubblicate soltanto due comprendenti lo stato della Chiesa e i principali monumenti romani. Nel 1672 un rovinoso incendio distrusse le officine e i rami superstiti passarono nelle mani di vari librai ed editori, tra i quali Pierre Mortier che arricchì la serie con altri esemplari, fatti incidere appositamente, e nel 1704 pubblicò l'opera completa, in quattro volumi, cui erano state aggiunte le città dell' Italia settentrionale (tra cui Mantova) e del regno di Napoli per un totale di 279 tavole.
Daniela Ferrari
Mantua Pianta prospettica di Mantova Disegnatore Friedrich Bernhard Werner Editore Friedrich Probst Augsburg, a partire dalla prima metà del XVIII secolo Incisione in rame Mm 310x1030 4420 23 |
Questa splendida veduta adotta un'impostazione scenografica che viene largamente ripresa nel corso del secolo da molti autori. Essa propone un modello di città irto di guglie, campanili ed emergenti architettoniche dai tetti aguzzi che fanno assomigliare Mantova ad una Stadt tedesca. La raffigurazione è vivacizzata dalla presenza di scene di vita quotidiana, come il viavai dei passanti sul ponte di S. Giorgio, e di motivi ornamentali, come il cartiglio nastriforme che contiene il titolo; i numeri distribuiti nel corpo della figurazione trovano corrispondenza nelle didascalie poste sotto il margine inferiore, accanto alle quali si leggono i nomi del disegnatore: F.B. Werner del(ineav)it e dell'editore: Fried. Probst excud(it) Aug(ustae) V(indelicorum). L'ampiezza della visuale che consente di godere una panoramica completa della città , le dimensioni del formato e il notevole livello di esecuzione tecnica conferiscono all'esemplare una resa grafica eccezionale; per questi motivi la carta godette lunga fortuna e produsse numerose filiazioni. Fu stampata sia sciolta che inserita in varie raccolte; le prime edizioni portano la firma dello stampatore Jeremias Wolff e, in seguito, di Georg Balthasar e Friedrich Probst. Friedrich Bemhard Werner (1690-1778) fu pittore e disegnatore originario della Slesia ed ebbe una vita particolarmente movimentata che lo spinse a percorrere tutta l'Europa in lungo e in largo; secondo gli itinerari del Gran Tour, nel 1730 visitò l'Italia facendo tappa a Mantova, Bologna, Roma, Napoli, fu in Sicilia e risalì la penisola passando quindi dal Piemonte in Svizzera. Si specializzò in prospetti e carte di tutta la Mitteleuropa, la maggior parte delle quali furono stampate ad Augsburg. Tuttavia non tutte le città ritratte durante i lunghi viaggi furono disegnate dal vero, molte, inclusa Mantova, furono ricavate da stampe e disegni anteriori e filtrate attraverso clichés nordici. Johann Friedrich Probst (1719-1781) ereditò la bottega di Georg Balthasar Probst (1673-1748), che a sua volta aveva continuato l'attività del suocero Jeremias Wolff; nelle loro officine lavorarono i migliori incisori del tempo e il maggior risultato editoriale fu una serie di raccolte di vedute di città che superavano i cento soggetti diversi. La prima edizione di tali raccolte apparve intorno al 1724 sotto il titolo: Celebriorum / Europae Urbium, / et locorum / viva, et genuina / repraesentatio, e fu ristampata più volte dagli eredi nel corso del secolo.
Daniela Ferrari
Mantua Mantua Pianta prospettica di Mantova Disegnatore Friedrich Bemhard Werner Incisore Georg Pinz Editore Georg Pinz Augsburg, verso la metà XVIII secolo Incisione in rame Mm 288x390 Inv. 4492 31 (2 copie) e 4492 25 (formato ridotto) |
Ciò che la distingue e caratterizza è l'apparato ornamentale: inserita in un'importante e raffinata cornice, porta l'intitolazione in caratteri capitali e gotici, entro un cartiglio sorretto da putti alati; le didascalie sono contenute da riquadri agli angoli superiori e riportate in lingua italiana e tedesca; in primo piano campeggia una scena allegorico-decorativa che fa riferimento al casato gonzaghesco (stemma centrale con le quattro aquile) e alle funzioni militari ed economiche della città nel Settecento (alabarde, cannoni, e tamburi da un lato, cardatura della lana e filatura della seta dall'altro). Sotto il margine inferiore, ma incisa sullo stesso rame, una descrizione della città fornisce le consuete notizie a carattere storico-economico-geografico, in latino e in tedesco, a caratteri gotici. Seguono le firme degli autori e dell'editore. É interessante notare come per questo genere di vedute si impegnassero artisti con ruoli distinti e specializzati: Werner è il disegnatore della veduta prospettica della città , Scheffler è autore e disegnatore dei motivi ornamentali. Di questo esemplare esistono derivazioni ridotte (180x290), in bianco e nero e a colori, in cui sono state tolte le legende agli angoli superiori ed è stata cambiata la scena in primo piano; stampate dal medesimo editore, portano le firme del disegnatore Werner e dell'incisore A. Glásserl. Martin Engelbrecth (1648-1756) svolse una notevole attività editoriale ad Augsburg assieme al fratello Christian (1672-1735) che aveva lavorato come incisore nella bottega di G. Bodenehr; prese parte anche ad illustrazioni di opere riguardanti le guerre di successione spagnole e produsse numerosi panorami, tra cui si ricordano 92 vedute di Venezia. Johann Georg Pintz (Pinz, Penz) fu incisore attivo ad Augsburg dove nacque nel 1697 e morì nel 1767 o 1768.
Daniela Ferrari
Piano della città di Mantova e suoi Contorni Pianta topografica della città e dei dintorni Disegnatore Giuseppe Pinchetti Incisore Giuseppe Caniani Milano, 1800 Incisione in rame Mm 690x550 Inv. 4398-4399 34 |
In questo esemplare disegnato dal geografo Pinchetti, il rigore dei metodi di rilevamento si accompagna ad un ottimo livello di tecnica esecutiva e restituisce un'immagine nitida e precisa della città e dei dintorni, che sembra quasi anticipare le moderne e sofisticare tecniche dell'aerofogrammetria. Sopra il margine superiore, e nella Dichiarazione laterale, riccamente ornata, le consuete legende didascaliche illustrano il sistema difensivo della città e le fasi dell'attacco austriaco del 1799. In basso si leggono i nomi degli autori: Milano 1800 Pinchetti Geog(ra)fo e G(iuseppe) Caniani incise Milano. Giuseppe Caniani, calcografo, fu attivo a Milano nel primo Ottocento; oltre a varie battaglie ed assedi, incise diversi progetti presentati a concorsi indetti dal Governo di Milano. È ricordato dai repertori anche per questa carta.
Daniela Ferrari
Bataille de S(ain)t George, près Mantoue, le 29 Fructidor An 4 Veduta prospettica di Mantova Disegnatore Carle Vernet Incisore Duplessi-Berteaux e Dupréel Parigi, 1806 Sta in: a) Tableaux historiques des Campagnes d'Italie depuis l'an IV jusqu'à la bataille de Marengo. Paris, chez Aubert, 1806, p. 44. b) Campagnes des Francais sous le Consulat et l'Empire. Paris Librairie rue Visconti, s.d., tav. 18. Incisione in rame Mm 295x425 Inv. 4421 4428 58 (due copie) |
La battaglia di S. Giorgio, combattuta il 15 settembre 1796, è qui rappresentata tumultuosamente nella fase cruciale; sullo sfondo compare il profilo della città abbozzato da un tratteggio morbido e uniforme. Carle Vernet (1758-1836), disegnatore e pittore soprattutto di cavalli e scene di battaglie, ha lasciato il meglio di se nella litografia; pioniere di questa nuova tecnica sperimentò il disegno su pietra già dal 1816. Nel 1806 fu nominato pittore del Dépót de la Guerre ed illustrò molte scene di battaglie seguite alle campagne napoleoniche, animate molto spesso dalla presenza di cavalli, soggetti da lui prediletti. Jean Duplessi-Bertaux (Parigi 1747-1819), incisore, allievo di Le Bas, dal 1770 al 1776 fu insegnante di disegno presso l'Ecole Militaire; egli stesso ufficiale, eseguì molte incisioni degli avvenimenti della Rivoluzione e delle campagne napoleoniche; insieme a Vernet fu autore di trenta incisioni per i Tableaux. Dupréel (Duprehel), incisore parigino attivo intorno al 1787-1817, si dedicò soprattutto alla riproduzione di soggetti ripresi da altri artisti, ma la sua specialità consisteva nel portare a termine lastre già iniziate da altri, per cui fu spesso indicato come finisseur.
Daniela Ferrari
Bataille de la Favorite, le 25 Nivos An 5 Veduta prospettica Disegnatore Carle Vernet Incisore Duplessi-Berteaux e Dupréel Parigi, 1806 Sta in: a) Tableaux historiques des Campagnes d'Italie depuis l'an IV jusqu'à la bataille de Marengo. Paris, chez Aubert, 1806, p. 64. b) Campagnes des Francais sous le Consulat et l'Empire. Paris Librairie rue Visconti, s.d., tav. 21. Incisione in rame Mm 255x285 Inv. 4400 4418 11 (a colori) |
La battaglia della Favorita si combattè il 16 gennaio 1797; gli Austriaci, sortiti dalla Cittadella, furono respinti dai Francesi e ricacciati dentro la città che si sarebbe arresa di lì a pochi giorni. Al centro compare il prospetto della magnifica villa gonzaghesca, mentre il profilo urbanistico fa da sfondo alla scena di battaglia. Esistono varianti acquarellate che portano la firma Berteaux et de Saulx. Carle Vernet (1758-1836), disegnatore e pittore soprattutto di cavalli e scene di battaglie, ha lasciato il meglio di se nella litografia; pioniere di questa nuova tecnica sperimentò il disegno su pietra già dal 1816. Nel 1806 fu nominato pittore del Dépót de la Guerre ed illustrò molte scene di battaglie seguite alle campagne napoleoniche, animate molto spesso dalla presenza di cavalli, soggetti da lui prediletti.
Jean Duplessi-Bertaux (Parigi 1747-1819), incisore, allievo di Le Bas, dal 1770 al 1776 fu insegnante di disegno presso l'Ecole Militaire; egli stesso ufficiale, eseguì molte incisioni degli avvenimenti della Rivoluzione e delle campagne napoleoniche; insieme a Vernet fu autore di trenta incisioni per i Tableaux. Dupréel (Duprehel), incisore parigino attivo intorno al 1787-1817, si dedicò soprattutto alla riproduzione di soggetti ripresi da altri artisti, ma la sua specialità consisteva nel portare a termine lastre già iniziate da altri, per cui fu spesso indicato come finisseur.
Daniela Ferrari
Palazzo dei Conti D'Arco in Mantova, n. 17 Serie di 32 vedute dei principali edifici, piazze e contrade della città Disegnatore Filippo Luigi Montini Incisore Lanfranco Puzzi Stampatore fratelli Negretti Mantova, 1829 Acquatinta Mm 80x140 Inv. 4421 4428 24 (2 copie) |
Nel corso del XIX secolo i mercati calcografici si assicurano un moderno ed efficiente canale di distribuzione: l'associazione, che presenta il vantaggio di mantenere un contatto diretto con il pubblico e di garantire agli imprenditori una compartecipazione finanziaria. Per Mantova questo procedimento viene adottato dalla calcografia dei fratelli Negretti; già negozianti di libri e di stampe, essi ottengono la patente di calcografi nel 1829; nello stesso anno viene loro accordato il permesso di usare i torchi dell'Accademia per stampare un serie di 32 vedute della città . Le stampe furono incise con la tecnica dell'acquatinta che, grazie alla sua rapida esecuzione chimica, divento il mezzo di riproduzione più popolare e diffuso negli anni successivi alla Restaurazione. Esse ebbero lunga fortuna, furono ristampate più volte, anche acquarellate; nel 1844 una buona parte fu inserita ad illustrare l'opera: I1Fioretto / delle / Cronache / di Mantova / raccolto / da Stefano Gionta / notabilmente accresciuto / e continuato sino all'anno MDCCCXLIV / per cura / di / Antonio Mainardi / Edizione / ornata di ventiquattro delle principali vedute della città . / Mantova / coi tipi dei fratelli Negretti / 1844.
Daniela Ferrari
Palazzo della Favorita fuori di Mantova, 24 Serie di 32 vedute dei principali edifici, piazze e contrade della città Disegnatore Filippo Luigi Montini Incisore Lanfranco Puzzi Stampatore fratelli Negretti Mantova, 1829 Acquatinta Mm 80x140 Inv. 4421 4428 55 |
el corso del XIX secolo i mercati calcografici si assicurano un moderno ed efficiente canale di distribuzione: l'associazione, che presenta il vantaggio di mantenere un contatto diretto con il pubblico e di garantire agli imprenditori una compartecipazione finanziaria. Per Mantova questo procedimento viene adottato dalla calcografia dei fratelli Negretti; già negozianti di libri e di stampe, essi ottengono la patente di calcografi nel 1829; nello stesso anno viene loro accordato il permesso di usare i torchi dell'Accademia per stampare un serie di 32 vedute della città . Le stampe furono incise con la tecnica dell'acquatinta che, grazie alla sua rapida esecuzione chimica, divento il mezzo di riproduzione più popolare e diffuso negli anni successivi alla Restaurazione. Esse ebbero lunga fortuna, furono ristampate più volte, anche acquarellate; nel 1844 una buona parte fu inserita ad illustrare l'opera: I1Fioretto / delle / Cronache / di Mantova / raccolto / da Stefano Gionta / notabilmente accresciuto / e continuato sino all'anno MDCCCXLIV / per cura / di / Antonio Mainardi / Edizione / ornata di ventiquattro delle principali vedute della città . / Mantova / coi tipi dei fratelli Negretti / 1844.
Daniela Ferrari
Piazza dell' Erbe in Mantova Pianta prospettica Stampatore Fratelli Negretti Mantova, 1830 c. Acquatinta Mm 325x427 Inv. 4419 5 bis |
Si distingue per l'accuratezza con cui viene rappresentato il linguaggio architettonico degli edifici.
Daniela Ferrari
Teatro Nuovo di Mantova Pianta prospettica Incisore De Vegni Firenze, 1845 Sta in Atlante / illustrativo / ossia / raccolta dei principali monumenti italiani / antichi, del MedioEvo e maderni / e di alcune vedute pittoriche / per servire di corredo / alla / corografia fisica storica e statistica dell'Italia / di / Attilio Zuccagni Orlandini..., Firenze / 1845, vol. 1, p. 54, N. I. Incisione in rame Mm 220x280 Inv. 4419 18 |
A poco più di vent'anni dalla costruzione, il teatro Sociale è considerato un monumento da riprodurre tra quelli più insigni della città . Sotto il margine inferiore si legge il nome dell'incisore: De Vegni inc(ise); questi, calcografo napoletano, collaborò all'incisione di molte opere illustrate e firmò vedute soprattutto di area romana.
Daniela Ferrari
Mantoue Vue prise au dessus de la Citadelle Pianta prospettica di Mantova Disegnatore Alfred Guesdon Litografo C. Schultz Stampatore Lemercier Editore A. Hauser Parigi, 1849 Sta in: A. Hauser, L'Italie a vol d'oiseau, tav. 42 Litografia Mm 330x435 Inv. 4492 38 |
La città è ripresa da Porto Mantovano, il cui borgo campeggia in primo piano, circondato dai bastioni perimetrali. Pur essendo riprodotta su larga scala, sono riconoscibili tutte le principali strutture: il ponte coperto dei Mulini, quello di S. Giorgio, il castello con il complesso di palazzo ducale, le chiese principali, le torri, le piazze, i giardini. Il punto di ripresa, notevolmente innalzato rispetto alla norma, è particolarmente suggestivo e permette di spaziare a perdita d'occhio conferendo all'esemplare un'ottima resa grafica. Sotto il margine inferiore si leggono le firme: Dessiné par A. Guesdon, C. Schultz lith(ographavit), e più in basso: Paris. Publié par A. Hauser Boulevard des Italiens 11, Imp(rimerie) Lemercier, Paris. Alfred Guesdon (1801-1876), architetto e pittore, dal 1830 si dedicò a sperimentazioni e ricerche nel campo della litografia, prediligendo soggetti storici, vedute e panorami, tratti dai numerosi viaggi che egli fece in Europa.
Daniela Ferrari
Ducato di Mantova Carta geografica Incisore Giovanni Antonio Magini (1555-1617) Editore Fabio Magini Bologna, 1620 Sta nell'opera: Italia / di Gio(vanni) A n(tonio) Magini / data in luce da Fabio suo figliuolo / al Serenissimo Ferdinando Gonzaga / duca / di Mantova e di Monferrato... Cum Privilegio / Bononiae, impensis ipsius auctoris anno MDCXX, tavola 15. Incisione in rame Mm 343x473 Inv. 4398-4399 22 |
È la prima carta geografica del ducato basata su dati attendibili e compilata con rigore scientifico. L’opera completa, corredata da 61 tavole geografiche, può essere considerata la summa e la sintesi migliore delle conoscenze cartografiche della fine del Cinquecento e dell'inizio del Seicento. L'autore, il padovano Giovanni Antonio Magini, matematico presso l'università di Bologna, fu impegnato in un lavoro imponente di raccolta, collazione, revisione e correzione di materiale che egli si procurava grazie anche alla protezione e ai rapporti stretti con i potenti del tempo, come il duca Vincenzo Gonzaga, che si avvaleva dei suoi responsi astrologici e gli forniva l'appoggio necessario per ottenere disegni da governi e privati. L'incisione delle tavole, iniziata intorno al 1594, era conclusa nel 1608 e l'opera virtualmente compiuta, ma il labor limae dei rami continuò ininterrotto fino al 1613; sopravvenuta la morte dell'autore nel 1617, essa fu pubblicata postuma dal figlio Fabio nel 1620 presso il libraio bolognese Sebastiano Bonomi; ristampe meno rare sono quelle firmate dallo stampatore Clemente Ferroni nel 1630-1632 e da Nicolò Tebaldini nel 1642. Nel 1595-1596 il Magini chiese al duca Vincenzo una carta del Mantovano, ma potè avere soltanto quella del Bertazzolo del 1597, poichè non se ne conosceva l'esistenza di precedenti. Giudicatala insufficiente, il Magini fu invitato dal Duca stesso a compiere i rilievi necessari, ma la vicenda non ebbe seguito e nel 1603 il Bertazzolo fu a sua volta incaricato di redigere una nuova carta del ducato, compiuta soltanto nel 1608; nel frattempo il Magini si era servito di disegni appositamente commissionati in loco, ma di qualità scadente, poichè a Mantova mancava una scuola di tecnici estensori sufficientemente preparati. La carta del ducato di Mantova, incisa probabilmente dall'Arnoldi nel 1603, fu variamente contraffatta e riprodotta poichè mancava della protezione del privilegio; essa rappresenta un prototipo per la rappresentazione del territorio, e viene ripresa per tutto il corso del Seicento e del Settecento, soprattutto all'estero dalle officine olandesi e tedesche. Orientata e corredata dei gradi di latitudine, la carta riproduce fedelmente l'area del ducato segnandone la linea di confine; dettagliata è la raffigurazione del reticolo idrografico, mentre manca quello viario, gli insediamenti minori sono rappresentati da segni convenzionali; quelli di una certa entità o importanza in quanto sedi di fortilizi, residenze nobiliari etc., sono disegnati simbolicamente con prospetti stereotipati. La diversa natura del suolo è risolta con l'adozione di segni grafici differenziati indicanti aree paludose, lacustri, boschive etc. In basso a destra, entro un cartiglio decorato a volute, compare la dedica; All'Ill(ustrissi)mo et Ecc(ellentissi)mo Sig(nor) il Sig(no)r D(uca) Vincenzo Prencipe Gonzaga. Fabio di Gio(vanni) Ant(oni)o Magini.
Daniela Ferrari
Il Ducato di Mantova nella Lombardia Carta geografica del territorio Disegnatore Vincenzo Maria Coronelli A partire dal 1690 Sta in: a) Atlante Veneto, … b) Isolario,… Incisione in rame Mm 450x590 Inv. 4398-4399 14 |
Questa una delle poche carte seicentesche che non presentano alcun riferimento diretto o indiretto con la produzione maginiana. Vincenzo Coronelli, che pur si rifece al Magini per molte altre carte, produsse un'ampia mole di studi comprendente circa 140 opere a stampa, di cui una cinquantina di stretto carattere geografico. Il valore delle sue oltre 400 rappresentazioni cartografiche è vario e multiforme: a volte si limita a riprodurre modelli preesistenti, altre volte elabora le raffigurazioni ex novo, utilizzando materiale di prima mano. Le sue carte geografiche sono sempre riccamente ornate con stemmi araldici e motivi di gusto barocco. Occorre poi aggiungere che egli, ottimo speculatore librario, le riproduceva più volte in opere diverse, cambiando titoli e modificando contorni, per rivendere lo stesso prodotto sotto mutate spoglie. Per quanto riguarda la carta del ducato di Mantova, dal punto di vista cartografico essa non segna progressi degni di rilievo, anzi, pur presentando caratteri originali, è nettamente inferiore rispetto a quella maginiana. La supera invece per quanto riguarda il piacevole effetto decorativo, ma non raggiunge il medesimo livello tecnico: l'orientamento, con il nord in alto a sinistra, è alquanto slittato e irregolare, manca la graduazione delle coordinate geografiche e si registra una diradazione nella nomenclatura.
Daniela Ferrari