
LE SCULTUREa Palazzo
Le Sculture
Estremamente eterogenee sono le sculture ed i rilievi presenti nelle collezioni d'Arco, sia come provenienza, sia come qualità . La maggior parte della consistente collezione di rilievi e marmi greci e romani di proprietà della famiglia venne donata al costituendo museo dell'Accademia delle scienze, lettere e arti ed ora compaiono nelle collezioni di Palazzo Ducale.
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Maestro campionese della cerchia di Bonino, 1381 Marmo di Carrara Cm 70 x 19 x 14,5 Inv. 1332 Posizione: XIII. Sala di Alessandro Magno o del Bazzani |
L'Angelo Annunziante, scolpito a tutto tondo, regge nella mano sinistra, appoggiata al fianco, un cartiglio con la scritta, a caratteri gotici, AVE GRACIA PLENA. La figura, esile e slanciata, è rappresentata senza ali e in posizione frontale al di sopra di un basamento ovale. Essa indossa una lunga tunica arricciata in vita e un manto che ne ricopre la spalla sinistra e il braccio corrispondente, aderendo al corpo con rade e ampie pieghe lunate. La scultura, come già affermato da Carlo D'Arco (Delle arti e degli artefici di Mantova, 1857), proviene molto probabilmente dal sepolcro di Alda D'Este (morta nel 1381), fatto erigere nella cappella di S. Ludovico d'Angiò in S. Francesco dal marito Ludovico I Gonzaga e distrutto nel 1797 dalle truppe napoleoniche. Di questo monumento, se escludiamo l'epigrafe scritta in due esemplari identici conservati nei magazzini di Palazzo Ducale, non ci è rimasta alcuna parte sicura, né alcuna descrizione dettagliata che possa confermare l'ipotesi della provenienza del nostro Angelo dal monumento suddetto. D'Arco stesso non vide il sepolcro intatto, dal momento che non era ancora nato quando esso venne distrutto. A suffragare la sua affermazione c'è però il fatto che il pezzo sembra ben adattarsi cronologicamente alla data in cui fu eretto il sepolcro, il 1381: i suoi caratteri stilistici, infatti, sono chiaramente riconducibili al rinnovato linguaggio della scultura gotica lombarda della seconda metà del Trecento, che vede in Bonino da Campione, attivo a Milano ancora nei primi anni ottanta, l'esponente di maggior spicco. La struttura colonnare e rigida dell'esile figurina dalle forme sintetiche, la sobria compostezza della sua impostazione, il ritmo nitido e chiaro delle larghe festonature del panneggio aderente al fianco destro, ma anche il rilievo secco delle pieghe della veste portano ad accettare l'ipotesi di Paccagnini (Mantova. Le Arti. I. 1960), che attribuiva l'opera ad un valente maestro campionese della cerchia di Bonino. Un altro elemento, finora mai notato, che potrebbe convalidare la provenienza del pezzo dalla medesima tomba, è la perfetta corrispondenza tra i caratteri gotici dell'epigrafe di Alda e quelli del cartiglio che l'Arcangelo regge nella mano sinistra. Per quanto riguarda poi la sua collocazione nel monumento, essendo esso a tutto tondo, si può pensare che fosse posto, dirimpetto ad un perduta Vergine Annunziata, su uno spigolo dell'urna, come vediamo in molte tombe veneziane o lombarde.
Raffaella Pantiglioni
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