ARREDIa Palazzo
Gli Arredi
Il complesso degli arredi di Palazzo d'Arco appare ad un primo esame sostanzialmente omogeneo e temporalmente collocabile intorno al periodo della renovatio tardosettecentesca. Ad un più attento esame invece l'insieme degli arredi appare abbastanza variegato e legato a diverse provenienze: dagli acquisti fatti sul mercato italiano e straniero (basti pensare ai mobili veneziani o all'arredo della Sala Rossa) alle acquisizioni del palazzo in seguito al trasporto nella dimora cittadina di mobilio presente nelle proprietà del contado, come la villa dell'Olmo Lungo. Numerose sono le testimonianze del mobilio d'alta epoca, giunto nelle sale con acquisti mirati di gusto antiquario o tramite eredità e acquisizioni per via dotale da parte delle famiglie confluite in quella dei conti d'Arco: basti pensare ai quattro stipi con tarsie in avorio o alle decine di panche disseminate in vari ambienti e databili a partire dal Cinquecento.
Tavolo da centro Tra Emilia e Lombardo Veneto Fine del secolo XVIII Legno di pioppo dipinto a tempera Cm 90x124x81 Inv. 667 Posizione: XVI. Biblioteca |
Espressione raffinata del Neoclassicismo, questo tavolo propone un repertorio ornamentale che esprime adeguatamente il linguaggio decorativo tratto dallo stile Luigi XVI, degli esemplari costruiti tra l'Emilia ed il Veneto.
Elisabetta Barbolini Ferrari
Tavolo a muro Mantova Fine del secolo XVII Legno di noce a patina scura Cm 71x100x49 Inv. 2151 Posizione: XX. Sala dei Cesari |
Piano semiottagonale a linee spezzate con bordo a becco di civetta. I sostegni a lira sono raccordati da una traversa intagliata e da due elementi sagomati.
Questi piccoli arredi, pratici e funzionali, erano usati come ausiliari dei grandi mobili.
Stipo Secolo XVII e XIX Legno impiallacciato in ebano, legno ebanizzato, avorio Cm 45x58x27 Inv. 859/3 Posizione: VIII. Sala rossa |
Lo stipo è chiuso sul fronte da due sportelli decorati con placchette in avorio graffito raffiguranti figure mitologiche, attributi bellici, figure fitomorfe e paesaggi. All'interno sono presenti vari cassetti con cornici guilloché ed uno sportello centrale che cela ulteriori cassettini non pertinenti allo stipo in oggetto.
I paraspigoli sono in metallo cesellato e dorato. La costruzione dello stipo, i soggetti e la poco convincente disposizione delle decorazioni sul fronte fanno supporre un riutilizzo di materiale del XVII secolo. I modelli di ispirazione sono gli stipi realizzati in particolare in area napoletana da incisori locali in collaborazione con ebanisti nordici.
Alberto Serra
Stipo con prospettiva architettonica Secolo XVII e XIX Ebano, legno ebanizzato, avorio, metallo dorato Cm 50x83x38 Inv. 859/2 Posizione: VIII. Sala rossa |
Lo stipo presenta un fronte a prospetto architettonico tripartito scandito da colonne, con un registro mediano a portali con un timpano triangolare a sormontare la sezione centrale. I cassetti e gli sportelli sono decorati con intarsi in avorio a girali vegetali e figure, il tutto entro cornici in avorio graffito. La base e le cornici orizzontali sono intagliate a motivo guilloché. Le basi delle colonne, i capitelli, le maniglie a foggia di teste di leone e le piccole sculture che ornano gli architravi superiori sono in bronzo cesellato e dorato. Lavoro del XIX secolo con l'utilizzo di alcuni elementi di epoca più antica. Poggia su un tavolo in legno ebanizzato con decorazioni intarsiate in avorio in parte pertinenti allo stipo, realizzato in epoca posteriore (XX secolo?).
Alberto Serra
Stipo Secolo XVII e XIX Legno impiallacciato in ebano, legno ebanizzato, avorio. Decorazioni in metallo dorato e pietre dure. Cm 35x50x32 Inv. 859/1 Posizione: VIII. Sala rossa |
Lo stipo, di impostazione architettonica simile allo stipo Inv. 1283, non presenta sportelli a chiusure del fronte ed ha una fine riquadratura in avorio sui fianchi. I cassetti e lo sportello centrale sono separati da traverse decorate in avorio graffito. Sul fronte dei cassetti e dello sportello sono applicate elaborate decorazioni in metallo in parte dorato e pietre dure. Queste ultime applicazioni in particolare appaiono incongrue al resto del mobile, sia per le dimensioni sia per lo stile, e fanno pensare ad un assemblaggio di elementi antichi (XVII secolo) con altri più recenti, realizzato con ogni probabilità nella seconda metà del XIX secolo.
Alberto Serra
Stipo Secolo XVII e XIX Legno impiallacciato di palissandro, ebano ed avorio Cm 38x50x32 Inv. 1283 Posizione: III. Sala dei Ritratti |
Di forma rettangolare, lo stipo è chiuso da un piano a ribalta decorato sia all'esterno che internamente con filettature e decorazioni in avorio ad intarsio. All'interno presenta diversi cassetti ed uno sportello, con traverse di separazione decorate in avorio graffito. Il fronte dei cassetti è abbellito con intarsi in avorio raffiguranti girali e cavalli alati rampanti contrapposti di gusto manieristico, racchiusi in cornici in ebano. Le maniglie, a foggia di teste leonine, ed i paraspigoli sono in metallo cesellato e dorato. Stipi con interni estremamente simili a questo sono presenti sia nelle Civiche Raccolte del Castello Sforzesco di Milano che nelle Collezioni del Quirinale, e vengono riferiti ad una probabile produzione ottocentesca con il recupero di materiali di epoca anteriore.
Alberto Serra
Seggiolone (coppia) Mantova Secolo XVIII Legno intagliato e dorato Cm h 167 Inv. 1290 Posizione: III. Sala dei Ritratti |
Complessità e raffinatezza degli intagli, unitamente alle ben proporzionate dimensioni stanno ad indicare che questo arredo è stato progettato per un uso d’apparato a parete. Molti sono i possibili rimandi ai disegni dell’architetto e disegnatore felsineo di arredi Alfonso Torreggiani (Bologna 1682 – 1764) che operò a lungo a Parma e a Mantova. In particolare la linea dell’intaglio dello schienale, con mascherone centrale, motivo tipico del barocco emiliano, richiama in modo evidente il disegno dei sopraporta e delle specchiature ovali che il Torreggiani progettò per il Salone di Palazzo Cavriani a Mantova.
Alberto Serra
Scrivania a ribalta Manifattura mantovana Secolo XVIII Telaio in legno dolce con impiallacciatura à marqueterie ed impiego di noce, palissandro e legno di rosa. Cm 109x115x52 Inv. 1247 Posizione: II. Sala delle Vedute Architettoniche |
È un raffinato esempio di bureau di area mantovana nel gusto Louis XV nel quale emergono evidenti riferimenti all’ebanisteria austriaca coeva nella ricca marqueterie, molto contrastata nei colori mediante un uso complesso di diversi tipi di legni. Un vano con cassettiera e ribalta, e un sottostante unico cassetto. Sostegni rialzati e ricurvi.
Graziano Manni
Scrittoio a ribalta con alzata e specchi Mantova Metà del secolo XVIII Telaio in legno dolce impiallacciato in radica di noce a patina chiara con filettature in acero Cm 233x122x60 Inv. 871 Posizione: VII. Sala di Diana |
L'alzata ha due sportelli con specchi al mercurio sagomati nella parte superiore ed incorniciati con listelli di legno ebanizzato. La base ha il piano calatoio rettangolare che cela un vano con piccoli tiretti e posa su di una fascia sorretta da sei sostegni torniti a torciglione in legno tinto di nero ad imitazione dell'ebano. Leggero e slanciato, suggerisce l'idea di una rivisitazione dell'impianto dello stipo secentesco alleggerito secondo i dettami del secolo dei lumi che vede il trionfo del trumeau tra i mobili di maggior prestigio.
Graziano Manni
Salotto Impero Lombardia Terzo decennio del secolo XIX Ciliegio Divano cm 97x180x46 – Poltrone cm 98x58x43 Inv. divano 1477 – inv. poltrone 1480 Posizione: XVII. Sala di Hofer |
Il divano e le poltrone, in ciliegio finemente intagliato, richiamano il gusto austriaco. Il disegno ha linee aggraziate e morbide. Pregevole l'intaglio eseguito dall'ebanista lombardo che si è ispirato ai modi dello stile Biedermeier.
Elisabetta Barbolini Ferrari
Panche (coppia) Mantova Secolo XVII In legno dolce dipinto a tempera nei toni del grigio, azzurro, ocra e rosso Cm 120x207x33 Inv. 1224 Posizione: I. Sala degli Antenati |
La coppia di panche ha il sedile ornato da una fascia centinata decorata con volute simmetriche che si raccordano ai due alti sostegni a forma di mensola. I dorsali, alti e sagomati, sono ricchi di colore. Imponenti motivi architettonici, cari al repertorio decorativo barocco, affiancano due stemmi con l'arma della famiglia d'Arco inquartata con quelle di altre casate, al centro un'aquila nera a volo aperto che regge un arco d'oro fra gli artigli.
Graziano Manni
Credenza Bassa mantovana Fine del secolo XVII Legno di noce decorato a tarsia con motivi geometrici Cm 115x180x50 Inv. 881 Posizione: VII. Sala di Diana |
Lo schema, a pianta rettangolare, ha un'impronta architettonica determinata dalle lesene profilate da cornicette a trottola ebanizzato che scandiscono gli spazi. I fianchi lisci e squadrati sono profilati da larghe cornici piatte. Sul fronte suddiviso in senso orizzontale, un'alta fascia che sottende il piano accoglie due cassetti. I due sportelli della base sono delimitati da pannelli verticalizzanti decorati ancora con motivi geometrici intarsiati con legni di diverse tonalità . Il cornicione di base aggettante e lineare è sorretto da piedi a mensola.
Graziano Manni
Credenza con alzata Lombardia Terzo decennio del secolo XIX Legno di noce a patina scura Cm 220x150x53 Inv. 7 Posizione: VII. Sala Impero |
La credenza a doppio corpo ha un disegno razionale che si ispira alle architetture Neoclassiche. Il vano superiore è rivestito con specchi argentati al mercurio. Il profilo dei pannelli è rilevato da una cornicetta lineare in ottone, secondo un lessico diffuso tra l’Emilia e la Lombardia nella prima metà dell’Ottocento. La bella patina scura del legno, che accentua la rigidezza delle linee, è una qualità apprezzata negli arredi in Stile Impero.
Elisabetta Barbolini Ferrari
Cassone Mantova Secolo XVII Legno di noce intarsiato Cm 67x111x52 Inv. 677 Posizione: XIII. Sala di Alessandro Magno o del Bazzani |
Notevole esemplare di cassa secentesca decorata a tarsia. La struttura architettonica è evidenziata dalle pilastrate che si innestano sul cornicione di base in corrispondenza dei corposi mensoloni di sostegno elegantemente intagliati.
Graziano Manni
Cassettone Manifattura lombarda Fine del secolo XVIII - inizi del XIX Legno di noce con intarsii in acero e bosso Cm 91x126x57 Inv. 1238 Posizione: II. Sala delle Vedute Architettoniche |
Cassettone di forma squadrata poggiante su quattro sostegni a obelisco rovesciato con raccordi a mensola al corpo superiore. Presenta due cassetti non divisi da traversa sormontati da un cassetto di dimensioni inferiori. Sul piano, centrata e circondata da una fascia perimetrale intarsiata a serto fiorito, si trova una decorazione intarsiata a mazzo di fiori. Una decorazione a grifoni contrapposti orna il cassetto superiore e viene ripetuta ai fianchi. Sui cassetti inferiori l'impostazione decorativa ignora la divisione dei cassetti e presenta centralmente una riserva circolare con all'interno un cesto di fiori. Il perimetro dei cassetti è abbellito con filetti e fascia con serto fiorito intarsiato. Lateralmente, con disposizione centrale e fascia di contorno simile al fronte, sono presenti due ritratti di profilo. Sui montanti e sui sostegni decorazione intarsiata a candelabre.
Il cassettone è un esempio tipico della produzione lombarda neoclassica di una bottega che ha ben presente i modelli diffusi da G.Maggiolini.
Alberto Serra
Cassettone con ribalta ed alzata con specchi Bassa mantovana Secolo XVIII Legno di noce sagomato e radica di noce con filettatura in acero Cm 260x115x60 Inv. 268 Posizione: Presidenza |
Il corpo inferiore ha fronte ondulato con curve spezzate. I fianchi invece sono lineari e squadrati. Legni in testa nelle divisorie tra i tre cassetti. La posa della lastronatura con radica che forma disegni al centro delimitata da larghi profili in piuma di noce dalla tonalità più scura, ricorda da vicino la tecnica degli artefici modenesi, ed in particolare il motivo decorativo denominato testa di montone. Il cornicione di base dal contorno modanato poggia su piedi a mensola. La ribalta è squadrata. Nell'alzata, due ante centinate con specchi al mercurio, nascondono una serie di eleganti mensole sagomate. L'imponente fastigio curvilineo ha un'impronta architettonica di timpano spezzato: è illuminato da un piccolo specchio al centro e da volute dorate disposte sulla cornice superiore. L'uso della radica bionda è pure di impronta estense; la linea mossa è invece di derivazione lombarda.
Graziano Manni
Cassettone Italia del Nord Secolo XVII Legno di noce e legno ebanizzato, intarsi in avorio Cm 88x138x61 Inv. 329 Posizione: sala gialla |
Cassettone di forma squadrata poggiante su base a predella con sostegni a mensola sagomata. Sul fronte tre cassetti di uguali dimensioni, impiallacciati in noce ed abbelliti da filettature a formare riserve mistilinee e da motivi centrali a stella ripetuti in semicerchi alle estremità . Cornici intagliate a guilloché circondano il perimetro di ogni cassetto. L'impiallacciatura sul piano, sui fianchi e sulle traverse è mancante. Con ogni probabilità si è ovviato alla perdita della decorazione ebanizzando il legno della struttura portante per dare un senso di uniformità al mobile. Mobili con questo tipo di decorazione intarsiata in avorio sono documentati sia in Veneto che in altre regioni italiane ed abitualmente datati alla metà del secolo XVII.
Alberto Serra
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